2. Informazioni generali sull’Ente


2.3. Contesto di riferimento

“Il nostro volontariato, svolto nello sport, nella cultura, nella tradizione, nella protezione civile o nel sociale, comunica valori, responsabilizzazione ed autostima. Si tratta di un importante collante che tiene assieme la nostra società. Uno degli obiettivi prioritari della Giunta provinciale è quindi il rafforzamento e la valorizzazione dell’impegno dei cittadini nel volontariato” sottolinea il presidente della Provincia Arno Kompatscher.
2.3.1 Registro Unico Nazionale del Terzo Settore “RUNTS”
Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) è il registro telematico istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in attuazione dell’art. 45 del Codice del Terzo settore, per assicurare la piena trasparenza degli enti del Terzo settore (ETS) attraverso la pubblicità degli elementi informativi che vi sono iscritti. L’iscrizione al RUNTS consente di acquisire la qualifica di Ente del Terzo Settore (ETS) o, a seconda dei casi, quelle specifiche di Organizzazione di Volontariato (ODV), Associazione di Promozione Sociale (APS), Ente Filantropico, Rete Associativa. Consente, inoltre, di beneficiare di agevolazioni, anche di natura fiscale, di accedere al 5 per mille e per specifiche tipologie di ETS a contributi pubblici o di stipulare convenzioni con le pubbliche amministrazioni. Non possono utilizzare la denominazione di ente del Terzo settore gli enti non iscritti al RUNTS.

Il Registro è gestito su base territoriale dall’Ufficio provinciale per le relazioni estere e volontariato.
Associazioni RUNTS Provincia autonoma di Bolzano

(fonte sede RUNTS al 31.12.2024)

In totale: 2438
Organizzazioni di volontariato: 1792
Associazioni di promozione sociale: 333
Imprese sociali: 254
Enti filantropici: 6
Altri Enti del Terzo settore: 53
La forza del CSV Alto Adige è indubbiamente la base sociale

Distribuzione all’interno del RUNTS dei soci del CSV Alto Adige

Ecco la situazione al 31.12.2024
N. totale soci diretti: 440 di cui:

n. Organizzazioni di Volontariato - ODV: 305
n. Associazioni di Promozione Sociale - APS: 114
altri Enti del Terzo settore: 19
Enti filantropici: 2

3. Struttura, governo e amministrazione


3.1. Organi sociali

Assemblea dei/delle soci/e: Organo sovrano dell’associazione composto da 440 organizzazioni dislocate su tutto il territorio provinciale
Consiglio direttivo: 1 presidente + 8 consiglieri eletti dall’assemblea
Organo di controllo: 2 componenti eletti dall’assemblea + 1 componente eletto dall’OTC
OTC: Organo territoriale di controllo

Il governo del CSV Alto Adige appartiene alle organizzazioni di volontariato e agli enti di Terzo settore soci del Centro. Viene esercitato per mezzo degli organi di partecipazione democratica indicati dallo statuto e mediante forme definite di consultazione atte a concorrere ed a contribuire ad un governo partecipato del CSV Alto Adige.

Sono organi sociali dell’ente:

l’Assemblea dei soci
il Consiglio direttivo
il/la Presidente
il/la Vicepresidente
l’Organo di controllo


Completa il sistema di governo e di controllo l’ONC (Organismo Nazionale di Controllo) dei Centri di Servizio per il Volontariato, e la sua articolazione OTC (Organismo Territoriale di Controllo), competente per il territorio provinciale.

La struttura di governo favorisce un sistema ampio di partecipazione interna, permeabile e aperto al coinvolgimento esterno degli stakeholders.
3.1.1 Assemblea dei soci
È l’organo sovrano dell’associazione che in via ordinaria e gratuita svolge i seguenti compiti:

approvare il bilancio consuntivo e il bilancio sociale e ratificare il piano annuale delle attività;
approvare i regolamenti attuativi;
eleggere i membri del Consiglio direttivo, il Presidente, i membri dell’Organo di controllo.

Ciascun associato può intervenire personalmente in Assemblea o può farsi rappresentare da un altro associato. I soci si impegnano a contribuire allo sviluppo dell’associazione, promuovendone lo spirito e l’adesione presso la comunità locale. Ai soci viene richiesto di incontrarsi, rendersi disponibili a partecipare alla vita associativa, portando idee, energie e competenze, nella costruzione di strategie, progetti e iniziative, per migliorare le politiche di intervento a favore del volontariato.

L’Assemblea dei soci è l’organo preposto alla definizione degli indirizzi e degli orientamenti generali dell’associazione. All’assemblea, che rappresenta l’organo sovrano dell’associazione, vengono demandati, tra gli altri, il compito di approvare il programma annuale e relativo bilancio preventivo, approvare il bilancio consuntivo, il bilancio sociale, nonché deliberare su eventuali modifiche statutarie e nominare i componenti degli organi dell’associazione.

Nel corso del 2024 si sono svolte due assemblee degli associati in presenza presso la sala Academy della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano il 5 aprile 2024 per l’approvazione del bilancio 2023 e del nuovo statuto del CSV Alto Adige e il 13 novembre 2024 per l’esame ed approvazione del bilancio preventivo 2025 e del piano annuale di attività per l’anno 2025. Nella prima assemblea del 5 aprile 2024 hanno partecipato 130 enti soci del CSV Alto Adige mentre nella seconda del 13 novembre 2024 hanno partecipato 69 enti.
3.1.2 Il Consiglio direttivo
È l’organo amministrativo dell’Associazione. È eletto dall’Assemblea fra i propri associati e amministra l’associazione prendendo decisioni in attuazione delle politiche e delle strategie definite dall’Assemblea.

I suoi componenti sono nove. La carica sociale di consigliere è gratuita, dura tre anni ed i membri sono rieleggibili con il limite di tre mandati consecutivi.

Nel 2024 il Consiglio direttivo si è riunito sei volte, per un totale di 18 ore, e una partecipazione media di sette componenti.

Si precisa che tutti i sei incontri del Consiglio direttivo sono stati organizzati in presenza.

Il Consiglio direttivo si riunisce regolarmente per trattare i principali argomenti relativi all’indirizzo delle attività del Centro di Servizio, alla gestione delle risorse umane, alle approvazioni amministrativo-contabili, alla supervisione delle principali attività e iniziative, all’avvio di iniziative straordinarie. Agli incontri sono invitati e partecipano anche i componenti dell’organo di controllo e, all’occorrenza, componenti dello staff per affrontare questioni specifiche di un’area di lavoro specifica.
Riassumendo
Il Consiglio direttivo esercita l’amministrazione ordinaria e straordinaria, determina i programmi, le priorità e gli obiettivi.

Inoltre propone all’Assemblea i regolamenti per il funzionamento del CSV Alto Adige ETS e degli organi sociali. Predispone la proposta di bilancio preventivo e consuntivo da presentare all’Assemblea, il programma annuale delle attività e le conseguenti scelte relative alla struttura e al funzionamento del CSV Alto Adige ETS. Svolge compiti di proposta ed impulso dell’attività, elegge il Presidente e il Vicepresidente. Tutte le cariche sociali sono rivestite a titolo gratuito, salvo il diritto al rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate nell’esercizio dell’incarico ricoperto.
Cognome
e nome
Ruolo Associazione di riferimento Anno di 1° nomina Mandati
Bonagura Sergio Presidente Arci ragazzi –
settore cultura italiana
2018 2
Macchia Vanessa Vicepresidente Associazioni giovanili di madrelingua tedesca 2021 1
Bonamico Ivo Consigliere Croce Bianca 2018 2
Fauster Pepi Consigliere Verband der Südtiroler Musikkapellen – Federazione delle bande musicali – cultura tedesca 2021 1
Sulzenbacher Gislar Consigliere Alpenverein Südtirol – settore ambiente e tutela del paesaggio 2018 2
Gnecchi Luisa Consigliere AUSER Bolzano – sociale madrelingua italiana 2018 2
Andergassen Günther Consigliere VSS – Sport madrelingua tedesca 2018 2
Zemmer Egon Consigliere Südtiroler Schützenbund – cultura ladina 2018 2
Hofer Stefan Consigliere Federazione per la Sanità e il Sociale – sociale di madrelingua tedesca 2021 1


Il Consiglio direttivo è l’organo di amministrazione ed esecutivo delle linee strategiche di azione definite in sede assembleare; è composto da nove consiglieri, con un mandato di tre anni.
Modifiche nello statuto nuovo del CSV Alto Adige – Estensione della durata del mandato

Nell’articolo 8, comma 3 è prevista l’estensione della durata del mandato da 3 anni a 4 anni, e specificatamente quanto segue: le cariche sociali dei componenti del Consiglio direttivo sono ricoperte a titolo gratuito e volontario. I membri del Consiglio direttivo e l’Organo di controllo durano in carica quattro anni dalla data di insediamento e fino all’approvazione del bilancio. I membri del Consiglio direttivo e dell’organo di controllo non possono restare in carica per più di tre mandati consecutivi. La stessa persona non può coprire la carica del/della Presidente del Consiglio direttivo per più di nove anni, anche non consecutivi. La composizione del Consiglio direttivo e dell’organo di controllo deve garantire la presenza del gruppo linguistico italiano, tedesco e ladino.
Art. 10 del nostro Statuto – Il Consiglio direttivo

1. Il Consiglio direttivo è l’organo di amministrazione dell’Associazione ed è dotato di poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione riconosciutigli dalla legge e dallo statuto.

2. Il Consiglio direttivo è composto da un minimo di cinque e un massimo di nove membri, compreso il/la Presidente e il/la Vicepresidente secondo il numero di volta in volta stabilito dall’Assemblea in sede di nomina.

3. Non può essere nominato membro del Consiglio direttivo e, se nominato, decade dal suo ufficio l’interdetto, l’inabilitato, il fallito o chi è stato condannato a una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o l’incapacità ad esercitare uffici direttivi.

4. Al fine di favorire la partecipazione attiva e l’effettivo coinvolgimento di tutti gli/le associati/e, prima di procedere all’elezione, l’Assemblea stabilisce il numero minimo di consiglieri appartenenti alle organizzazioni associate di piccola e di grande dimensione e ne definisce i criteri, qualora ciò non sia già stato stabilito dai regolamenti elettorali.

5. Se nel corso dell’esercizio vengono a mancare uno o più membri del Consiglio direttivo, il/la Presidente convoca l’Assemblea dei/delle Soci/e affinché provveda all’elezione del nuovo Consigliere. Il mandato del/della Consigliere/a subentrato scade con quello del consiglio di cui è divenuto parte.

6. Al Consiglio direttivo spetta:
a. eleggere, tra i propri membri, il/la Presidente e il/la Vicepresidente;
b. curare l’esecuzione delle deliberazioni dell’Assemblea;
c. predisporre i bilanci consuntivo e preventivo nonché il programma annuale di attività da presentare all’Assemblea;
d. predisporre i regolamenti;
e. deliberare sulle domande di nuove adesioni;
f. prendere atto della perdita di qualità di socio/a;
g. provvedere agli affari di ordinaria e straordinaria amministrazione che non siano spettanti all’Assemblea dei/delle soci/e;
h. nominare e revocare il/la Direttore/Direttrice, decidere sull’assunzione e il licenziamento del personale dipendente, l’avvio e l’interruzione di rapporti di collaborazione e consulenza;
i. ratificare o respingere i provvedimenti d’urgenza adottati dal/dalla Presidente;
j. proporre all’Assemblea i provvedimenti di esclusione da socio/a per i motivi di cui all’art. 6.

7. Il Consiglio direttivo è convocato di regola almeno sei volte l’anno e ogni qualvolta il/la Presidente o in sua vece il/la Vicepresidente, lo ritenga opportuno, o quando almeno la metà dei membri ne faccia richiesta.

8. Il Consiglio è convocato con almeno dodici giorni di anticipo dal/dalla Presidente senza obbligo di forma, purché con mezzi idonei, di cui si abbia prova di ricezione da parte dei destinatari.

9. Il Consiglio direttivo è presieduto dal/dalla Presidente o, in caso di sua assenza, dal/dalla Vicepresidente. Assume le proprie deliberazioni con la presenza della maggioranza dei suoi membri e il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti.

10. I verbali di ogni adunanza del Consiglio direttivo, redatti a cura del/della Segretario/a e sottoscritti dallo stesso e da chi ha presieduto l’adunanza, sono conservati agli atti.
3.1.3 Il Presidente

Il Consiglio direttivo nomina al proprio interno il/la Presidente dell’associazione che ha la rappresentanza legale dell’ente e un/una vicepresidente.

Il Presidente rappresenta ed esprime l’unità dell’associazione e ne esercita il coordinamento politico ed organizzativo. Egli rappresenta l’ente, a tutti gli effetti di legge, di fronte a terzi ed in giudizio ed ha la responsabilità generale della conduzione e del buon andamento dell’ente; a lui spetta la firma degli atti sociali che impegnano il CSV Alto Adige sia nei riguardi degli associati che dei terzi.
Art. 11 del nostro Statuto: Il/La Presidente

1. Il/la Presidente è il/la legale rappresentante dell’Associazione nonché Presidente del Consiglio direttivo. Egli rappresenta l’Associazione sia di fronte a terzi che in giudizio.
2. Il/la Presidente è eletto/a a maggioranza dal Consiglio direttivo. In caso di più candidati si procederà al ballottaggio tra i primi due che avranno ottenuto il maggior numero di voti. Il/la Presidente convoca e presiede le riunioni dell’Assemblea e del Consiglio direttivo. Può adottare provvedimenti d’urgenza sottoponendoli entro 15 gg. alla ratifica del Consiglio direttivo. Il mandato del/della Presidente coincide temporalmente con quello del Consiglio direttivo.
3. In caso di assenza o impedimento del/della Presidente le sue funzioni spettano a un/una Vicepresidente nominato dal Consiglio direttivo. La sottoscrizione effettuata dal/dalla Vicepresidente prova l’assenza o l’impedimento del/della Presidente.

L’attuale presidente è Sergio Bonagura, al suo secondo mandato. Classe 1975, laureato in legge presso l’Università degli studi di Trento con una tesi di ricerca sul diritto del lavoro.

Il nostro Presidente rappresenta inoltre la Provincia autonoma di Bolzano presso il “CSVnet”.

Come attività Sergio Bonagura opera nell’associazione “Arci”, dove si occupa tra le altre tematiche della prevenzione alla povertà educativa.
Saluto del Presidente Sergio Bonagura

2024 – un anno molto movimentato con tante sfide e soddisfazioni

La riforma del Terzo settore, avviata con il decreto legislativo 117/2017, rappresenta uno dei più significativi cambiamenti nel panorama giuridico italiano per gli enti sociali. Dopo sette anni dall’adozione dei decreti attuativi della legge delega 106/2016 e dieci anni dalle linee guida, la regolazione degli Enti del Terzo settore si avvicina finalmente alla sua piena attuazione.

Si attende a breve, l’autorizzazione da parte dell’Unione europea per i nuovi regimi fiscali. Si evidenzia anche che molti enti si confrontano con temi legati alla necessità di affrontare un ricambio generazionale che dia nuovo slancio al settore e affronti le sfide sociali e del mercato con maggiori capacità professionali. Per attrarre i giovani le principali sfide saranno: conciliare il lavoro con le esigenze della vita personale, allineare i livelli retributivi al mercato, promuovere percorsi di formazione dedicati.

Sta aumentando anche in Alto Adige la richiesta di professionalità e competenza sui temi del diritto, il management e gli indirizzi sulla fiscalità di un ambito in grande crescita.

E poi si ricorda che la formazione è indubbiamente un elemento chiave per lo sviluppo organizzativo e il potenziamento delle competenze dei soggetti agenti nel Terzo settore, non solo come requisito per poter materialmente operare, ma anche come strumento per arricchire le loro conoscenze e accrescerne la sensibilità e la consapevolezza in relazione agli scopi e ai valori che l’ente in cui operano persegue. L’eterogeneità delle realtà del Terzo settore e la capacità di ogni singolo ente di inglobare nella stessa realtà associativa soggetti con esperienze formative e professionali diverse permettono agli enti stessi di riconoscere e utilizzare patrimoni professionali differenti per ogni singolo contesto in cui operano: in questo senso, tanto le competenze individuali “in entrata” legate al singolo individuo, quanto quelle “in uscita” maturate nel percorso di crescita compiuto all’interno dell’ente sostanziano un beneficio per gli enti e gli operatori del Terzo settore, vista soprattutto la crescente necessità di incrementare profili specializzati (dal fundraising alla fiscalità, dalla progettazione sociale alla comunicazione, dall’amministrazione all’analisi dei sistemi di governance) volti a garantire e migliorare sia il costante sviluppo organizzativo e operativo dell’ente sia la sostenibilità e l’efficacia delle iniziative intraprese.

Con l’entrata in vigore del Codice del Terzo settore, molte associazioni e organizzazioni di volontariato hanno dovuto fare i conti con una serie di adempimenti e procedure burocratiche, che hanno rallentato e complicato la loro attività quotidiana. Occorre rivedere le attuali disposizioni.

Il volontariato, negli ultimi anni, ha subito dei cambiamenti che ne hanno compromesso la sua funzione sociale. Se un tempo rappresentava una risorsa fondamentale per la comunità, oggi si trova in difficoltà a causa della burocrazia sempre più presente nella società. Con l’entrata in vigore del Codice del Terzo settore, molte associazioni e organizzazioni di volontariato hanno dovuto fare i conti con una serie di adempimenti e procedure burocratiche, che hanno rallentato e complicato la loro attività quotidiana. Anche se il Codice ha introdotto norme importanti per garantire una maggiore trasparenza e professionalità, ha allo stesso tempo reso più difficile per i volontari dedicare tempo ed energie alle attività di solidarietà. Questo rischia di alterare la natura spontanea e altruista del volontariato, trasformandolo in un’attività gravata da troppi adempimenti burocratici.

È fondamentale trovare un equilibrio tra la necessità di regolamentare e garantire la legalità delle attività di volontariato e il desiderio dei cittadini di essere attivi e solidali nella propria comunità. Solo così si potrà superare questa difficoltà e riportare il volontariato ai suoi valori fondanti. È importante anche che il Codice del Terzo settore tenga in considerazione le associazioni di volontariato e le loro specifiche esigenze, senza gravarle eccessivamente di oneri rendicontativi e gestionali simili a quelli delle imprese. In questo modo, si potrà tutelare la natura non profit e volontaria del volontariato e permettere alle associazioni di svolgere efficacemente il loro ruolo di promotori del bene comune.

Il Terzo settore è chiamato poi a essere complementare all’incontro tra domanda e offerta di servizi e alla professionalizzazione delle competenze, per rafforzare il cosiddetto terziario sociale oggi ancora debole in Italia. Svolge indubbiamente un ruolo strategico per aggregare la domanda di servizi e promuovere un approccio che colga le interdipendenze tra i bisogni di uno specifico territorio e generi risposte di tipo aggregativo.

Altrettanto importante è poi creare connessioni tra i fornitori di servizi favorendone la co-produzione per individuare piste possibili di integrazione tra settori di intervento e prestazioni, sfruttando il potenziale delle piattaforme digitali.

Di conseguenza, il Terzo settore non è un’importante risorsa soltanto dal punto di vista sociale ma anche da quello economico, considerando che le attività in questo ambito coinvolgono persone e attività della società. Gli enti del Terzo settore hanno anche la possibilità di accedere a benefici e agevolazioni, per cui risulta fondamentale che essi siano il più possibile responsabili e trasparenti.

Per me personalmente, si possono individuare diverse aree chiave per il futuro del Terzo settore in Alto Adige:

Innovazione normativa: Il continuo cambiamento delle dinamiche sociali, economiche e tecnologiche richiede un’evoluzione costante del quadro normativo che regola il Terzo settore. Sviluppare normative flessibili e adattabili alle esigenze emergenti può favorire la crescita e la sostenibilità delle organizzazioni non profit, consentendo loro di rispondere in modo efficace e tempestivo alle sfide della società.
Incentivi e agevolazioni: Potenziare gli incentivi fiscali e le agevolazioni per le donazioni e i contributi devoluti alle organizzazioni non profit può stimolare ulteriormente la partecipazione della società civile e del settore privato nel sostenere le attività del Terzo settore. Inoltre, promuovere partenariati pubblico-privati innovativi può favorire la realizzazione di progetti con impatti sociali e ambientali positivi.
Integrazione e collaborazione: Favorire la collaborazione e l’integrazione tra le diverse organizzazioni del Terzo settore può potenziarne l’efficacia e l’impatto. Iniziative come la co-progettazione e la creazione di reti e piattaforme di collaborazione possono favorire lo scambio di conoscenze, risorse e migliori pratiche tra le organizzazioni, consentendo loro di affrontare sfide comuni in modo sinergico.
Sviluppo di competenze e capacità: Investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze dei volontari e degli operatori del Terzo settore può migliorare la qualità e l’efficacia delle attività svolte dalle organizzazioni non profit. Programmi di formazione su temi come la gestione organizzativa, la comunicazione, il fundraising e l’impatto sociale possono contribuire a potenziare le capacità delle organizzazioni e a favorire la crescita e lo sviluppo del settore nel suo complesso.
Concludendo:
Come possiamo rendere le nostre organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale più inclusive, più attraenti, più efficienti? E più direttamente, come Centro Servizi, come possiamo rendere più efficace la nostra azione di fronte a queste sfide? Queste domande ci hanno accompagnato nel corso di questo anno in cui abbiamo incontrato anche associazioni alle prese con la difficoltà di riuscire a cogliere il proprio spazio tra le istituzioni e le imprese e che vivono talvolta un senso di spaesamento. Chi siamo oggi? Perché non siamo più quelle di una volta?

Anche nel Terzo settore è evidentemente ben presente la fatica dei passaggi generazionali. Ora, riuscire a leggere il cambiamento e interpretarne in bisogni, anche nuovi ed emergenti, è una capacità dei volontari, vicini alla comunità e spinti dalla essenzialità del dare un aiuto concreto. Saper organizzare l’attività è oggi più che mai fondamentale per dare efficacia e senso al lavoro e richiede capacità di ascolto e di dialogo sia all’interno della propria organizzazione sia con le istituzioni, gli enti locali, finanche con le imprese. È proprio sugli aspetti di rafforzamento degli Enti del Terzo settore nell’organizzazione del proprio lavoro e nella cura del rapporto con gli stakeholder che si è concentrato l’impegno del CSV Alto Adige, tanto nell’attività dello scorso anno che nella programmazione del 2025: aumentando la capacità di svolgere attività di consulenza mirata, fornendo contenuti formativi rispondenti all’evoluzione del contesto e delle sfide che devono affrontare le ODV e le APS, costruendo relazioni bilaterali tra ETS e mondo profit.

L’idea che ci guida è che il Terzo settore possa e debba avere un ruolo di interlocutore attivo anche nella programmazione delle comunità. Ciò richiede prima di tutto di stare al tavolo in modo corretto ed efficace con altre associazioni e con le istituzioni. Accompagnare gli ETS e in particolare le ODV in questo percorso è il lavoro che stiamo svolgendo e che speriamo possa ritrovarsi in questo bilancio sociale.

Grazie e buon lavoro a tutti noi.
Sergio Bonagura
Presidente
3.1.4 La Vicepresidente
Art. 12 del nostro Statuto: Il/La Vicepresidente
Il/La Vicepresidente è eletto a maggioranza dal Consiglio direttivo. In caso di più candidati si procederà al ballottaggio tra i primi due che avranno ottenuto il maggior numero di voti. Sostituisce il/la Presidente in caso di sua assenza, impedimento o cessazione.

Il mandato del/della Vicepresidente coincide temporalmente con quello del Consiglio direttivo.
Saluto della Vicepresidente Vanessa Macchia

L’importanza dei giovani e della formazione per il Terzo settore
Il Terzo settore rappresenta ormai uno dei motori principali dell’economia, del lavoro e della società in cui viviamo, sicuramente con opportunità nuove e in continuo dialogo con Pubblica Amministrazione e Imprese. Muove quindi una fetta importante dell’economia ma con la vocazione sociale che lo distingue e lo rende strumento indispensabile per il vivere quotidiano. Ne sono esempio le strutture ospedaliere, le scuole, lo sport e le innumerevoli strutture a sostegno dei più fragili e dei più deboli.

Sono sempre di più le organizzazioni sociali che desiderano lasciare ai giovani l’eredità delle mission avviate. Per farlo il Terzo settore deve investire sulla formazione dei giovani. Le buone pratiche, il pensiero comune, le azioni orientate verso il futuro, insieme alle competenze tecniche dei giovani, possono fare la differenza.

Educare all’azione concreta e orientata al benessere collettivo è un aspetto determinante per la formazione di cittadine e cittadini responsabili, ma soprattutto consapevoli del proprio potenziale.

Mostrare alle nuove generazioni che è possibile diventare agenti protagonisti dei cambiamenti a cui si aspira è importante per accendere in loro quella fiducia in sé e nella realtà capace di attivare una ricerca concreta e vantaggiosa per il proprio futuro.

Per gli enti del Terzo settore è sempre più importante affrontare in modo adeguato le sfide dell’accoglienza e del coinvolgimento attivo dei giovani. Coinvolgere e accogliere i giovani negli enti del Terzo settore significa attivare processi di responsabilità, di civismo e di collaborazione; la loro partecipazione rappresenta un’occasione oggi probabilmente decisiva e sicuramente di arricchimento per entrambi. Il Centro Servizi del Volontariato Alto Adige vuole garantire spazi di riflessione e confronto sui processi di coinvolgimento e partecipazione dei giovani e sul cambiamento che il loro protagonismo potrebbe determinare all’interno degli enti. Il project work consentirà di sviluppare progetti di accoglienza, orientamento e promozione dei giovani nel proprio ente anche grazie al confronto con alcune buone prassi e metodologie già sperimentate con efficacia.

La formazione è indubbiamente un elemento chiave per lo sviluppo organizzativo e il potenziamento delle competenze dei soggetti agenti nel Terzo settore, non solo come requisito per poter materialmente operare, ma anche come strumento per arricchire le loro conoscenze e accrescerne la sensibilità e la consapevolezza in relazione agli scopi e ai valori che l’ente in cui operano persegue.

È anche per questo che da diversi anni il Terzo settore guarda al mondo dell’istruzione universitaria per formare adeguatamente l’universo professionale che lo caratterizza, tanto variegato quanto specializzato.

A questo proposito, la consapevolezza dell’importanza di una formazione di elevato profilo sta determinando la crescente attivazione di corsi di laurea e master rivolti all’approfondimento di tematiche specifiche e alla formazione delle diverse professionalità che compongono il mondo del Terzo settore.
D’altra parte, il panorama delle opportunità formative universitarie “specialistiche” per il Terzo settore in Italia non sembra ancora presentare una chiara e omogenea strutturazione, variando da regione a regione e a seconda del genere di professionalità che viene formata.

Mi permetto di ricordare il valore della formazione e dell’apprendimento non formale. La singola esperienza di volontariato e l’impatto della stessa sulla persona dovrebbero dar vita ad un momento di successiva ‘restituzione’ del vissuto, in modo che i valori acquisiti e condivisi nel corso dell’esperienza vengano messi in circolo e arricchiscano non solo il singolo, ma l’intera comunità in cui vive.

Un altro aspetto che mi sta a cuore sono le pari opportunità nel volontariato. È importante coinvolgere in queste esperienze di crescita e arricchimento personale e collettivo anche le fasce di popolazione più fragili e le aree a maggior rischio sociale.

Regolare i rapporti nelle reti associative. Le relazioni che si instaurano all’interno dei network dovrebbero essere accompagnate dalla stipula di protocolli comuni con regole d’azione ben precise e riconosciute da tutti, anche per favorire trasparenza, chiarezza e condivisione di valori e mission.

Ricordo anche che per dare il giusto peso al ruolo del volontariato e della sua partecipazione politica, è necessario che le risorse coinvolte siano sempre più quantificabili in termini di dati economici ai differenti livelli.

Per quanto concerne invece la valorizzazione e il potenziamento del Servizio volontario europeo e del Servizio civile, si tratta di scelte mirate a favorire la partecipazione, la responsabilità condivisa e a stimolare – soprattutto fra i giovani – il sentirsi parte di una cittadinanza più estesa di quella locale o nazionale.

Credo in un forte network, che risulta fondamentale per creare comunità e risolvere gran parte dei problemi sociali. Perché sia visto come un’opportunità da tutti servono ad esempio delle linee di azione principali su cui sviluppare politiche comuni:

1. Promozione dell’accesso tecnologico alle fasce di popolazione che ne sono escluse.
2. Colmare le differenze di genere esistenti.
3. Condividere esperienze di partecipazione e volontariato a livello locale, regionale, nazionale e europeo.
Riassumendo:
L’obiettivo prioritario delle attività nell’ambito del potenziamento del giovane volontariato e dei giovani in generale è e rimane sensibilizzare le nuove generazioni alla conoscenza del Terzo settore e al suo ruolo fondamentale nella società, approfondendo i processi di accreditamento pubblico e i legami con il Diritto e la Pubblica Amministrazione.

Attraverso specifici progetti del CSV Alto Adige, si punta a promuovere i principi di equità, pari opportunità e trasparenza, potenziando la conoscenza diretta e le competenze legate all’iscrizione e alla gestione del RUNTS.
Per me è anche indispensabile promuovere la trasparenza.

Comprendere i meccanismi amministrativi e giuridici aiuta a garantire che le organizzazioni del Terzo settore operino con integrità e nel rispetto delle normative, rafforzando la fiducia della comunità.

Rafforzare l’Impegno Civico: Coinvolgere i giovani nei temi del volontariato e del welfare li incoraggia a diventare protagonisti del cambiamento, contribuendo direttamente al benessere della collettività.

Creare Opportunità Professionali: Lo sviluppo di competenze tecniche e relazionali legate al Terzo settore apre nuove strade nel mercato del lavoro, offrendo opportunità in un ambito ricco di valori sociali e solidali.

Sostenere la Riforma del Terzo settore: Preparare le nuove generazioni a gestire e innovare il settore permette una migliore implementazione delle riforme in corso, assicurandone il successo a lungo termine.

Contrastare le Disuguaglianze: Attraverso la formazione, il contatto diretto con l’associazionismo e il coinvolgimento in prima persona, i giovani imparano a riconoscere e combattere le disparità, promuovendo una società fondata su pari opportunità e inclusione.

Buon lavoro e buona formazione per tutti e tutte!
Vanessa Macchia
Vicepresidente
3.1.5 Il Direttore

Saluto del Direttore Ulrich Seitz

Le lamentele che giungono al CSV Alto Adige da parte delle associazioni circa l’insostenibilità degli adempimenti burocratici sono importanti per noi.

È fondamentale trovare un equilibrio tra la necessità di regolamentare e garantire la legalità delle attività di volontariato e il desiderio dei cittadini di essere attivi e solidali nella propria comunità.

La cosa più rilevante in ordine alle fatiche delle organizzazioni riguarda il fatto che sono adempimenti che richiedono tempo e competenze nel loro assolvimento. Per le associazioni questo rappresenta un punto critico poiché non sempre sono realtà attrezzate a rispondervi.  I responsabili della gestione dell’ente cioè non necessariamente hanno competenze specifiche da mettere in campo – ad esempio per redigere un bilancio o i documenti relativi alla privacy o in genere documenti complessi.  La conseguenza più evidente è che per adempiere alle richieste, spesso ci si deve rivolgere a professionisti del settore come al nostro CSV Alto Adige. Oltre alle competenze non va sottovalutato l’onere che essi generano in termini di tempo. Tempo che tendenzialmente il volontario desidererebbe dedicare a fare attività in favore della comunità, e non alla burocrazia, e che dunque spesso vive come incongruente con la propria opera.

Certamente ad appesantire l’onere concorre una scarsa cultura all’accountability delle stesse organizzazioni. Il dovere di rendere conto alla comunità per quello che si fa, non solo non è consapevolezza diffusa ma addirittura viene percepito come il tentativo di intralcio alle loro attività. Se lo fosse di più, con tutta probabilità favorirebbe un atteggiamento meno ostile.

Il CSV Alto Adige ha promosso nell’anno 2024 e lo continua a farlo con tanta passione incontri quotidiani con le associazioni e le istituzioni per favorire un’Analisi dei Bisogni, un’opportunità unica per ogni ente del Terzo settore nella nostra Provincia, con lo scopo di confrontarsi e condividere dubbi ed esigenze. Scopo principale degli appuntamenti è quello di individuare problemi, disservizi, sprechi di risorse e lavorare sulle aree di miglioramento per incentivare uno sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi.

I principi che orienteranno anche nel futuro gli sforzi e gli investimenti del CSV Alto Adige, si basano sulle esperienze maturate in questi primi cinque anni di attività dal 2019 al 2024.

Per noi risulta fondamentale ed indispensabile, concentrarsi a:

promuovere la crescita delle esperienze associative;  
alimentare la collaborazione tra le realtà del volontariato; 
favorire la cooperazione tra volontariato, istituzioni e imprese; 
valorizzare le forme emergenti di volontariato; 
animare la cultura della convivenza, del dono e dell’aiuto; 
sviluppare le capacità organizzative del volontariato; 
riconoscere l’orizzonte dei diritti, focalizzare i problemi e le sfide del nostro territorio.

Va ricordato che il CSV Alto Adige ETS è riuscito, in stretta consultazione e con intensi colloqui con i rappresentanti di circa 25 organizzazioni/federazioni di volontariato della provincia, a definire in modo dettagliato e chiaro il ruolo e la missione del nostro centro servizi per i prossimi anni, anche sullo sfondo degli attuali sviluppi relativi alla riforma del Terzo settore, alla riforma dello sport e alla nuova legge provinciale sul volontariato annunciata dalla Giunta provinciale altoatesina, con l’attivazione di un registro provinciale per le associazioni.

Il ruolo e la missione del CSV Alto Adige sono quindi i seguenti
Siamo il punto di riferimento al fianco del volontariato e del Terzo settore, con uno sguardo attento alle problematiche attuali e una visione lungimirante.

In questo modo, diamo voce agli interessi comuni di tutte le organizzazioni del Terzo settore, ne facilitiamo i collegamenti e le sosteniamo con servizi che consentano loro di continuare a svilupparsi e perseguire i propri obiettivi con fiducia, creatività e indipendenza.
Umanità:
Grazie ai nostri modi rispettosi e amichevoli, creiamo relazioni soddisfacenti e più profonde.
Mindfulness:
L’attenzione ai bisogni e ai processi di crescita degli individui e delle organizzazioni è alla base del nostro lavoro.
Inclusione:
Siamo un sistema aperto e offriamo servizi in modo accessibile ed equo.
Concretezza:
Siamo un partner affidabile e competente che fornisce risposte esaurienti e aiuta a trovare le soluzioni migliori.

Permettetemi di citare alcuni aiuti specifici che possono essere utilizzati a lungo termine per un impegno compatto dei volontari, indipendentemente dalle consultazioni quotidiane, dove spesso si tratta di affrontare il più rapidamente possibile le questioni urgenti dell’attività quotidiana.

Stiamo parlando in particolare di:
Gestione di progetti per volontari

Obiettivo: Impartire competenze di gestione dei progetti per realizzarli con successo. 
Contenuti: Fondamenti di gestione del progetto, pianificazione e organizzazione, leadership del team, gestione del tempo, valutazione e reporting.
Reclutamento e mantenimento dei soci

Obiettivo: strategie per attrarre nuovi soci e mantenere quelli esistenti.
Contenuti: Analisi del gruppo target, strategie di marketing, sviluppo di programmi associativi, strategie di motivazione e mantenimento, metodi di feedback.
Competenze di leadership per manager di volontari

Obiettivo: sviluppare le capacità di leadership dei manager volontari.
Contenuti: Stili e tecniche di leadership, team building e motivazione, gestione dei conflitti, processo decisionale, delega dei compiti.
Tempo e autogestione per i volontari

Obiettivo: migliorare l’efficienza e la produttività personale.
Contenuti: Definizione delle priorità, tecniche di pianificazione, gestione dello stress, equilibrio tra lavoro volontario e vita privata, uso di strumenti di gestione del tempo.
Tecniche di retorica e di presentazione

Obiettivo: migliorare le capacità di presentazione orale e di conversazione.
Contenuti: Struttura e organizzazione dei discorsi, linguaggio del corpo e uso della voce, gestione della paura del palcoscenico, uso di supporti visivi, tecniche per aumentare la persuasività.

Non vediamo l’ora di realizzare nuovi ed entusiasmanti progetti comuni!
Ulrich Seitz
Direttore

3.1.6 L’Organo di controllo

Art. 14 del nostro Statuto - Organo di Controllo - composizione – competenze

1. Ai sensi del D.Lgs. n.117/2017 è nominato un organo di controllo composto di 3 (tre) membri effettivi e 2 (due) supplenti, nominati dall’Assemblea e, per quanto riguarda il componente con funzioni di presidente, dall’Organismo Territoriale di Controllo (OTC) di cui all’art. 65, comma 7 lettera e) del D.Lgs. n. 117/2017.
2. L’Organo di controllo rimane in carica quattro anni. Ai componenti si applica l’art. 2399 c.c. (cause di ineleggibilità e decadenza). Loro sono rieleggibili. Almeno uno dei componenti deve essere scelto tra le categorie di soggetti di cui al comma 2, art. 2397 Codice civile. La carica di componente dell’organo di controllo, comunque non potrà essere ricoperta per un periodo superiore ad anni dodici.
3. L’organo di controllo svolge compiti di vigilanza sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, nonché sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile e sul suo concreto funzionamento.
4. L’organo di controllo attesta che il bilancio sociale sia stato redatto in conformità alle linee guida ministeriali. Il bilancio sociale dà atto degli esiti del monitoraggio svolto dall’organo di controllo.5. Esso esercita inoltre il controllo sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ai sensi dell’art. 30 comma 6 del Codice del Terzo settore.
6. I componenti dell’organo di controllo possono in qualsiasi momento procedere, anche individualmente, ad atti di ispezione e di controllo, e a tal fine, possono chiedere agli amministratori notizie sull’andamento delle operazioni sociali o su determinati affari. Hanno inoltre il diritto di partecipare, senza diritto di voto, alle riunioni del Consiglio direttivo.
7. All’organo di controllo è attribuita anche la revisione legale nei casi in cui essa sia obbligatoria ai sensi dell’art. 31 D.Lgs. n. 117/2017. In tal caso l’organo di controllo è costituito da revisori legali iscritti nell’apposito registro.
8. Ai componenti dell’Organo di controllo può essere riconosciuto un compenso, determinato dal Consiglio direttivo.

Il 30 aprile 2021 è stata comunicata al CSV Alto Adige la nomina di Hannes Pircher a Presidente dell’Organo di Controllo CSV. Siamo molto felici di poter collaborare con Hannes Pircher, anche lui vanta un’importante esperienza del Terzo settore.
Hannes Pircher, Presidente
Renate Mattivi
Dieter Plaschke
Riassumendo
L’Organo di controllo vigila sull’osservanza della legge e dello Statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e, in particolare, sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dal CSV Alto Adige ETS.
La composizione dell’attuale Organo di controllo
Nome e cognome Ruolo
Pircher Hannes Presidente
Mattivi Renate Componente
Plaschke Dieter Componente
Thaler Elisabeth Supplente
Vittur Samuel Supplente

3.1.7 Organismo Nazionale di Controllo
L’ONC, Organismo Nazionale di Controllo, è una Fondazione con personalità giuridica di diritto privato, costituita con decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ai sensi dell’art. 64 del Codice del Terzo settore, svolge, nell’interesse generale, funzioni di indirizzo e di controllo dei CSV.

L’ONC si avvale per lo svolgimento delle proprie funzioni, anche degli Organismi Territoriali di Controllo (OTC) operanti in diversi ambiti territoriali.

Gli OTC sono chiamati a svolgere una funzione di controllo dei CSV:

ricevono le domande e istruiscono le pratiche di accreditamento dei CSV, in particolare verificando la sussistenza dei requisiti di accreditamento;
verificano periodicamente, con cadenza almeno biennale, il mantenimento dei requisiti di accreditamento come CSV;
ripartiscono tra i CSV istituiti in ciascuna regione il finanziamento deliberato dall’ONC su base regionale ed ammettono a finanziamento la programmazione dei CSV;
verificano la legittimità e la correttezza dell’attività dei CSV in relazione all’uso delle risorse del FUN, nonché la loro generale adeguatezza organizzativa, amministrativa e contabile;
nominano, tra i revisori legali iscritti nell’apposito registro e con specifica competenza in materia di Terzo settore, un componente dell’organo di controllo interno del CSV con funzioni di presidente e diritto di assistere alle riunioni dell’organo di amministrazione del CSV.